ALGA KOMBU
"In Fin Dei Corpi" cdr + zine

REVIEWS

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SODAPOP
by Marco Giorcelli
Spigoloso post-punk bolognese non esattamente al passo con i tempi (uscita terrificante, ma lasciamola lì) ma non per questo di scarsa qualità. Drammatiche cavalcate sulle medio-alte frequenze debitrici tanto di Gang Of Four quanto di Impact e Massimo Volume. Riot grrrls probabilmente molto giovani, ma non per questo approssimative o confuse negli arrangiamenti, ma anzi con una nitidezza e preparazione nel suono forse indispensabile per la proposta musicale in questione. I pezzi sono freschissimi, aggressivi e mai troppo smaccati nei riferimenti o nelle ispirazioni. Testi feroci e taglienti e poi conviene ribadire ancora una volta che la voce femminile è prioristicamente più interessante di una maschile. Se oggi come oggi mi domandassero come vorrei fosse la prima band delle mie due figlie probabilmente risponderei come le Alga Kombu. Come prova d’amore è abbastanza?

FOR THE KIDS
by Marco Pasini
Alga Kombu is a project made in Bologna, and plays a lo-fi punk stained with garage and noise. Needless to say, I liked it from the first chord. Music beyond the same concept of music: thunderous, mutable, cool, a flood of emotions, words and feelings.
Really impressive. Heart, nothing else matters.

THE NEW NOISE
by Michele Giorgi
Mentre mi appresto a scrivere questa recensione (una delle poche in prima persona al posto della ben più professionale terza) ho appena spento una sigaretta e – con moto di fastidio – anche la televisione, dopo un veloce zapping e la constatazione che i talk show serali si incentrano anche oggi sull’ennesima tragedia familiare da scavare con fare quanto più morboso possibile o in alternativa sull’ennesimo fenomeno di costume nato e cresciuto nell’Italia del Bunga Bunga. A questo punto, oppresso dalla consapevolezza che questa nazione non uscirà da una crisi culturale ormai radicata nel tessuto sociale con effetti ben più tragici di quella economica, l’incontro con la musica delle Alga Kombu appare come una sana ventata di speranza, una sorta di luce in fondo al tunnel che vale più della somma delle (efficaci) note e delle (importanti) parole contenute, per assumere un valore altro e salvifico. Posto che al lettore ben poco interessi di questi pensieri personali, resta da spiegare cosa si annidi all’interno del cdr+zine che la Sincope ha pubblicato in edizione limitata, il che è presto detto: puro postcore rumoroso a cavallo tra noise-rock e punk, con una forte deriva Nineties e una spiccata attitudine da riot grrrl, con testi impegnati e mai banali tra presa di posizione sociale e coscienza di sé. Il tutto cattura l’attenzione e si insinua sotto pelle, fa riflettere e colpisce il segno, senza troppe pose o abbellimenti, eppure mai lasciato al caso o tirato via. Come la batteria pulsante di “La Cultura Dello Stupro” un brano che arriva dritto al punto: e non sai che fare non riesci a fermare il rumore col mantra della questione privata… la vedi la senti non è una questione privata. Forse, anche questa recensione potrà apparire a qualcuno come una questione privata, ma sarebbe il caso che certe forme espressive tornassero ad essere patrimonio comune e ci sollevassero un minimo dalla merda che ci circonda, almeno un poco tanto per riuscire ancora a respirare

SANDS-ZINE
by Etero Geno
Tre proposte musicalmente differenti, ma sostanzialmente simili, che provengono dalla pancia di un’Italia comunque viva, a dispetto della morte comatosa di quelle che si autodefiniscono come istituzioni.
Garage-punk-hardcore militante, infine, per il quintetto al femminile delle Alga Kombu. Avvolgente e coinvolgente, forse più classico e sicuramente meno noise di quello degli altri due CD, il loro suono raggiunge comunque in pieno l’obiettivo ben rappresentato dallo striscione che, nella foto che c’è all’interno del librettino allegato, appare dietro al palco: «FROCE SEMPRE FASCISTI MAI». Testi in italiano che nel loro caso sono piuttosto diretti e intelligibili («Mentre il mondo si siede alla destra del padre facciamo rumore»).







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